“E in questo sabato qualunque, un sabato italiano
il peggio sembra essere passato.
La notte è un dirigibile che ci porta via, lontano…“
Così cantava Sergio Caputo nella sua UN SABATO ITALIANO.
E in questo sabato italiano, scrivo queste poche righe per via dell’impegno preso con me stesso nel precedente post, che mi rimandava a settembre.
Faccio ancora molta difficoltà nel leggere e nello scrivere e sono in attesa di un nuovo intervento al mio preziosissimo occhio.
Non ho idea di quando potrò tornare con regolarità ma credo entro la fine dell’anno.
La prossima settimana riparte la scuola e così, avendo due studenti in casa, voglio augurare a loro, ai ragazzi tutti e agli insegnanti, un buon anno scolastico.
Voglio farlo aggiungendo questa lettera scritta da un padre, all’insegnante del figlio, perché mi sembra davvero bella e utile.
Ecco il testo:
“Il mio figlioletto inizia oggi la scuola: per lui, tutto sarà strano e nuovo per un po’ e desidero che sia trattato con delicatezza. È un’avventura che potrebbe portarlo ad attraversare continenti, un’avventura che, probabilmente, comprenderà guerre, tragedie e dolore. Vivere questa vita richiederà Fede, Amore e Coraggio.
Gli insegni, se può, che 10 centesimi guadagnati valgono molto di più di un dollaro trovato; a scuola, o maestro, è di gran lunga più onorevole essere bocciato che barare. Gli faccia imparare a perdere con eleganza e, quando vince, a godersi la vittoria. Gli insegni a esser garbato con le persone garbate e duro con le persone dure. Gli faccia apprendere anzitutto che i prepotenti sono i più facili da vincere.
Lo conduca lontano, se può, dall’invidia, e gli insegni il segreto della pacifica risata. Gli insegni, se possibile, a ridere quando è triste, a comprendere che non c’è vergogna nel pianto, e che può esserci grandezza nell’insuccesso e disperazione nel successo. Gli insegni a farsi beffe dei cinici.
Gli insegni, se possibile, quanto i libri siano meravigliosi, ma gli conceda anche il tempo di riflettere sull’eterno mistero degli uccelli nel cielo, delle api nel sole e dei fiori su una verde collina. Gli insegni ad aver fede nelle sue idee, anche se tutti gli dicono che sbaglia. Cerchi di infondere in mio figlio la forza di non seguire la folla quando tutti gli altri lo fanno. Lo guidi ad ascoltare tutti, ma anche a filtrare quello che ode con lo schermo della verità e a prendere solo il buono che ne fuoriesce.
Gli insegni a vendere talenti e cervello al miglior offerente, ma a non mettersi mai il cartellino del prezzo sul cuore e sull’anima. Gli faccia avere il coraggio di essere impaziente e la pazienza di essere coraggioso. Gli insegni sempre ad avere suprema fede nel genere umano e in Dio.
Si tratta di un compito impegnativo, maestro, ma veda che cosa può fare. È un bimbetto così grazioso, ed è mio figlio.”
Abramo Lincoln
Ognuno come può…
Abbi Gioia!
Giannicola
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