Articolo già pubblicato da ROSETO.COM il 28FEB07. I molti nuovi, e da poco inseriti nell’elenco, ci hanno richiesto di leggere anche gli articoli passati ed abbiamo così pensato di renderli visibili a tutti. Grazie per l’interesse.
1)SIAMO QUELLO CHE PENSIAMO DI ESSERE O CI BASTA PENSARE DI ESSERE L’IMMAGINE CHE VEDIAMO ALLO SPECCHIO?
2)SIAMO QUELLO CHE VOGLIAMO O SIAMO QUELLO CHE CREDIAMO DI VOLER ESSERE?
Con i nostri stati d’animo, con i nostri sensi, diamo forme, immagini e suoni al nostro personalissimo mondo, che è solo nostro! Ed è da quelle 2 brevi domande del titolo che sono partito, da alcuni anni, a scrutare e ad esplorare la mia parte di realtà.
“Bodhisattva” indica un buddha addormentato, ma con tutto il potenziale per essere sveglio.
Possediamo, tutti quanti, gli strumenti di cui abbiamo bisogno per essere potenzialmente più utili alla nostra stessa esistenza: usiamoli!
Chiunque è, quindi, un bodhisattva? Tutti possono essere chiamati così?
Solo coloro che hanno iniziato la spedizione verso la propria consapevolezza, solo coloro che hanno iniziato ad interrogarsi su come passare indenni la notte e arrivare al mattino, solo coloro nel cui profondo intimo il seme non è più un seme conservato in un sacchetto chiuso ma è stato sotterrato e sta con grande sforzo, grande sacrificio, grande determinazione, diventando un bocciolo… solo coloro che si trovano in questa posizione sono bodhisattva: insomma, chi ha iniziato il viaggio.
Il paradosso è che a causa del nostro desiderio di essere razionali, teoretici, a causa della nostra ricerca della “Verità”, dei “Principi”, dei “Valori” e a causa delle piccole sfide (sfighe…!!!???) da combattere quotidianamente con gli altri per dimostrare di essere i migliori, spesso ci perdiamo una parte di esperienza sensoriale (quella più intrigante, magica, misteriosa e più semplicemente vera; quella delle grandi sfide con noi stessi) e… diventiamo, fatalmente, bodhisattva. L’autenticità non è lontana, ma in giro incontro pochissimi fortunati che la desiderano!
Non che siano vicini a trovarla, me compreso, ma avidi cercatori di ogni più piccola occasione per vivere una grande esperienza.
Non è lontana, ma è pesante, è disagevole da conseguire. L’autenticità è difficile da raggiungere, non per sua natura, ma a causa dei nostri investimenti nelle cose inutili. Ci mettiamo a confronto con gli altri e questo, attenzione attenzione, cosa dà come risultato? Il fatto stesso che non riconosciamo la nostra unicità.
Non esiste in natura una cellula uguale ad un’altra e ne consegue che non esiste una persona uguale ad un’altra.
Ora, se qualcuno crea sfida, rivalità, lotta (invece che condivisione, invece che relazioni costruttive, invece che auto-esplorazione o meta-esplorazione) non è lui stesso che sta gridando al mondo che c’è uno come lui? Ma questo è possibile? Ecco che si cade nelle spirali dell’altrui disprezzo. Sarebbe più utile per lui accettare che al mondo c’è qualcuno che la pensa diversamente e che gli offre (se mai la volesse) un’occasione per riflettere. Ma le storie che ci raccontiamo attraverso cancellazioni, generalizzazioni e distorsioni sono splendide scappatoie costruite alla perfezione: deliri di utilità, allucinazioni confortevoli che ci proteggono. Ma i sogni sono sogni e possono incantarti per un momento, possono imprigionarti per un istante, puoi cambiarli e puoi sostituirli con dei nuovi, puoi andare avanti così per una vita intera, ma i sogni sono sogni, dicevamo, e allora si capisce perché le persone sono così incazzate quando le incontri per strada, quando non sei veloce con la tua auto quando il semaforo diventa verde e si capisce perché le persone muoiono di stress!
Ecco, quindi, che ogni sogno è seguito da una tremenda frustrazione se non viene trasformato in realtà, se non viene vissuto appieno e se non si è disposti a sfidarsi continuamente.
Tuttavia, noi continuiamo a sfidare gli altri perdendo tempo ed ogni buona occasione per concentrarci su noi stessi e sui nostri obiettivi e corriamo verso nuove menzogne; se le vecchie vengono smascherate, immediatamente ne inventiamo di nuove. Solo le frottole possono essere immaginate; non è possibile inventare l’autenticità perché esiste già!
La verità deve essere solo percepita, vissuta e non inventata. La mente però si sente a suo agio con le bugie, perché ne diventa l’autore, l’artefice, colui che fa, il regista e il protagonista del film (e pure il produttore che paga! Lascio immaginare il prezzo e le sensazioni…).
Ora, detto tutto questo, vorrei concludere con la saggezza dei maestri orientali i quali suggeriscono che non esiste l’insegnante ma esiste solo l’insegnamento… e che il maestro appare quando l’allievo è pronto.
2)SIAMO QUELLO CHE VOGLIAMO O SIAMO QUELLO CHE CREDIAMO DI VOLER ESSERE?
Con i nostri stati d’animo, con i nostri sensi, diamo forme, immagini e suoni al nostro personalissimo mondo, che è solo nostro! Ed è da quelle 2 brevi domande del titolo che sono partito, da alcuni anni, a scrutare e ad esplorare la mia parte di realtà.
“Bodhisattva” indica un buddha addormentato, ma con tutto il potenziale per essere sveglio.
Possediamo, tutti quanti, gli strumenti di cui abbiamo bisogno per essere potenzialmente più utili alla nostra stessa esistenza: usiamoli!
Chiunque è, quindi, un bodhisattva? Tutti possono essere chiamati così?
Solo coloro che hanno iniziato la spedizione verso la propria consapevolezza, solo coloro che hanno iniziato ad interrogarsi su come passare indenni la notte e arrivare al mattino, solo coloro nel cui profondo intimo il seme non è più un seme conservato in un sacchetto chiuso ma è stato sotterrato e sta con grande sforzo, grande sacrificio, grande determinazione, diventando un bocciolo… solo coloro che si trovano in questa posizione sono bodhisattva: insomma, chi ha iniziato il viaggio.
Il paradosso è che a causa del nostro desiderio di essere razionali, teoretici, a causa della nostra ricerca della “Verità”, dei “Principi”, dei “Valori” e a causa delle piccole sfide (sfighe…!!!???) da combattere quotidianamente con gli altri per dimostrare di essere i migliori, spesso ci perdiamo una parte di esperienza sensoriale (quella più intrigante, magica, misteriosa e più semplicemente vera; quella delle grandi sfide con noi stessi) e… diventiamo, fatalmente, bodhisattva. L’autenticità non è lontana, ma in giro incontro pochissimi fortunati che la desiderano!
Non che siano vicini a trovarla, me compreso, ma avidi cercatori di ogni più piccola occasione per vivere una grande esperienza.
Non è lontana, ma è pesante, è disagevole da conseguire. L’autenticità è difficile da raggiungere, non per sua natura, ma a causa dei nostri investimenti nelle cose inutili. Ci mettiamo a confronto con gli altri e questo, attenzione attenzione, cosa dà come risultato? Il fatto stesso che non riconosciamo la nostra unicità.
Non esiste in natura una cellula uguale ad un’altra e ne consegue che non esiste una persona uguale ad un’altra.
Ora, se qualcuno crea sfida, rivalità, lotta (invece che condivisione, invece che relazioni costruttive, invece che auto-esplorazione o meta-esplorazione) non è lui stesso che sta gridando al mondo che c’è uno come lui? Ma questo è possibile? Ecco che si cade nelle spirali dell’altrui disprezzo. Sarebbe più utile per lui accettare che al mondo c’è qualcuno che la pensa diversamente e che gli offre (se mai la volesse) un’occasione per riflettere. Ma le storie che ci raccontiamo attraverso cancellazioni, generalizzazioni e distorsioni sono splendide scappatoie costruite alla perfezione: deliri di utilità, allucinazioni confortevoli che ci proteggono. Ma i sogni sono sogni e possono incantarti per un momento, possono imprigionarti per un istante, puoi cambiarli e puoi sostituirli con dei nuovi, puoi andare avanti così per una vita intera, ma i sogni sono sogni, dicevamo, e allora si capisce perché le persone sono così incazzate quando le incontri per strada, quando non sei veloce con la tua auto quando il semaforo diventa verde e si capisce perché le persone muoiono di stress!
Ecco, quindi, che ogni sogno è seguito da una tremenda frustrazione se non viene trasformato in realtà, se non viene vissuto appieno e se non si è disposti a sfidarsi continuamente.
Tuttavia, noi continuiamo a sfidare gli altri perdendo tempo ed ogni buona occasione per concentrarci su noi stessi e sui nostri obiettivi e corriamo verso nuove menzogne; se le vecchie vengono smascherate, immediatamente ne inventiamo di nuove. Solo le frottole possono essere immaginate; non è possibile inventare l’autenticità perché esiste già!
La verità deve essere solo percepita, vissuta e non inventata. La mente però si sente a suo agio con le bugie, perché ne diventa l’autore, l’artefice, colui che fa, il regista e il protagonista del film (e pure il produttore che paga! Lascio immaginare il prezzo e le sensazioni…).
Ora, detto tutto questo, vorrei concludere con la saggezza dei maestri orientali i quali suggeriscono che non esiste l’insegnante ma esiste solo l’insegnamento… e che il maestro appare quando l’allievo è pronto.
Abbi gioia.
Giannicola
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