“Se, in questo caos della nostra formazione, cerchiamo di scoprire chi abbia avuto più occasioni di raggiungere la conoscenza dell’uomo, dobbiamo constatare che si tratta proprio di persone che hanno mantenuto intensi rapporti di relazione, sviluppando contatti con i propri simili, ossia di ottimisti o almeno di pessimisti contingenti non ancora frustrati dalla rassegnazione. Il semplice contatto umano non è però sufficiente: esso deve essere integrato dall’esperienza. Per concludere, visto che la nostra educazione è incompleta e talora permeata di errori, si può dire che la vera conoscenza dell’uomo è oggi limitata ad un solo tipo di individuo, il “peccatore pentito”; ossia a colui che ha potuto sperimentare tutte le soluzioni devianti della vita psichica o che, almeno, le ha sfiorate ed è riuscito a salvarsi. Si potrebbe prendere in considerazione anche il tipo umano che, per la sua natura particolarmente sensibile, è in grado di comprendere una dimostrazione che gli sia effettuata. Tuttavia chi ha fatto esperienza diretta di ogni forma di passione resterà sempre il miglior conoscitore dell’uomo. Non soltanto ai nostri giorni, ma anche all’epoca in cui si andavano sviluppando le religioni, il “peccatore pentito” è stato l’individuo capace di guadagnarsi una maggiore considerazione, tanto da porsi al di sopra dei “giusti”. Se ci chiediamo il motivo di tutto ciò, non possiamo prescindere dal fatto che soltanto chi ha saputo superare le difficoltà dell’esistenza e ha trovato la forza di elevarsi e di scrollarsi di dosso tutte le brutture in cui era immerso, può arrivare a conoscere il bene e il male della vita. In questo nessuno, e tantomeno il giusto, può eguagliarlo”. Alfred Adler La conoscenza dell’uomo.
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