Articolo già bubblicato su Roseto.com il 28 Marzo 2007. I molti nuovi, e da poco inseriti nella mailing list, ci hanno richiesto di leggere anche gli articoli passati ed abbiamo così pensato di renderli visibili a tutti. Grazie per l’interesse.
“Vi è un’irriducibile differenza tra il mondo e l’esperienza che ne abbiamo. Noi esseri umani non agiamo direttamente sul mondo. Ciascuno di noi crea una rappresentazione del mondo in cui vive; creiamo cioè una mappa o modello, che usiamo per originare il nostro comportamento. La nostra rappresentazione del mondo determina in larga misura l’esperienza del mondo che avremo, il modo in cui lo percepiremo, le scelte che ci sembreranno disponibili vivendoci dentro”. Da questa storica affermazione di Bandler & Grinder, possiamo prendere spunto e muoverci per contestualizzarla nel mondo fantastico dei cartoons dove si trovano perfettamente amalgamate tutte le considerazioni fatte dai padri fondatori della PNL. Le “keywords” che useremo oggi sono due: paura e ridere, che sono gli assi portanti del film di animazione della PIXAR, “Monsters&Co.” (titolo originale: “Monster Inc.”- Disney; 2002).
1 – Con il termine paura si esprime sia una forte emozione attuale che una emozione prevista nel futuro (anticipazione) o un semplice stato di preoccupazione e di incertezza. L’esperienza soggettiva della paura è data da un senso di forte sgradevolezza e da un intenso desiderio di evitare un oggetto o una circostanza giudicata pericolosa.
2 – Il ridere, anche se simulato spinge il corpo a reagire esattamente come se la risata fosse reale e, a seguito dell’effetto “contaminazione”, diventa reale. Ergo: una buona risata è un ottimo antidoto a tristezza e depressione. Ancora: il riso fa buon sangue, come ci insegnano i nostri vecchi sostenuti dalla saggezza popolare. Osservazione: mentre per piangere impegniamo meno di venti muscoli, per ridere ne usiamo più di sessanta. Che vorrà dire? Vuoi vedere che ci è data più possibilità di ridere che di lamentarci? Vuoi vedere che si ottiene più con le buone che con le cattive? Vuoi, ancora, vedere che una risata allunga la vita? E anche se dovessi vivere ancora lo stesso numero di anni, non sarebbero comunque qualitativamente migliori? Per me andrebbe bene lo stesso… e per te?
Una battuta diceva: “esseri umani e delfini sono le uniche specie che praticano il sesso per trarne piacere”. Forse è per questo che Flipper sorride sempre?
Eh… eh… eh…
È nata da anni una specialità medica chiamata “geloterapia” (dal greco ghelos = risata) in Italia conosciuta come “comicoterapia” che studia l’attività del ridere come rimedio psicofisico.
Anni fa uscì un film, divenuto molto famoso, dal titolo Patch Adams che è la vera storia di un rivoluzionario medico-clown americano (Hunter Patch Adams), assertore di un sostegno sanitario da vivere come missione ed incentrato sui reali bisogni dei pazienti, dove la comicità è utilizzata per creare familiarità con i malati (rapport in PNL) e non dove si infonde la paura e la sfiducia nella vita con il misero tentativo di creare dipendenza per non perdere contatto con il cliente-paziente… Tra l’altro, l’industria farmaceutica è una delle più fiorenti perché oltre a vendere medicine per i malati, ora (sono bravissimi!) vendono medicine anche per chi sta bene…
Patch Adams decise di fare il medico quando, adolescente, fu ricoverato in una clinica per malattie mentali a causa di una forte depressione. Là conobbe un ragazzo malato di mente e lo aiutò a superare i suoi vaneggiamenti grazie ad un gioco divertente. Si accorse così che, aiutare altre persone, gli dava gioia ed emozioni e decise di iscriversi all’Università.
Qui però incontra un ambiente freddo e sterile, “dove è incoraggiato il distacco dal paziente, dove s’insegna tutto sulla malattia e niente sul malato”. Per queste sue idee viene considerato un ribelle. Viene bocciato una volta per “eccessiva gaiezza” e un tutor universitario gli dice: ”se volevi fare il clown dovevi andare a lavorare in un circo!”
Patch vuole anche fare il clown, ma desidera soprattutto diventare medico e così… mette insieme le due cose. Patch è una sorta di guaritore che cerca di scoprire come funzionano i pazienti, cosa li diverte e cosa li stimola.
Spiega il dottore:”Sappiamo tutti quanto è importante l’amore, eppure, con quale frequenza viene provato o manifestato veramente? I mali che affliggono la maggior parte dei malati, come la sofferenza, la morte e la paura, non possono essere curati con una pillola. I medici devono curare le persone, non le malattie”.
In più, ridere stimola la circolazione, aumenta l’ossigeno ai polmoni, abbassa la pressione arteriosa, rilassa i muscoli contratti.
Per riflettere, cosa dire?
Il primo pensiero è l’amarezza per tutte le risate perse nell’universo… però, l’altra faccia della medaglia potrebbe benissimo essere di impegnarsi e fare meglio d’ora in poi, di crearsi spesso le condizioni per ridere con maggiore frequenza e con maggiore consapevolezza, trascurando le persone noiose, opprimenti e piene di sé e che corrono occupatissimi nei tanti insignificanti intrighi della vita e sempre pronti nel giudicare e nel dire: “se volevi fare il clown dovevi andare a lavorare in un circo!”
E allora veniamo a noi. Si parlava di cartoons e cartoons siano!
Sempre grazie ai miei figli ho l’occasione di vedere una quantità industriale di cartoni animati e di rivederli anche più di 10 volte ogni uno… Grazie a loro rido di più, gioco molto di più e vedo più cartoni animati invece che TG e talk show: fantastico! Solo per questo, consiglio di far figli…!!! Se poi questo aiuta anche a ridere di più come Flipper, hai fatto BINGO!!!
Il film, forse, che più preferisco è Monters&co.
Mi fu consigliato e prestato, tre anni fa, da mio cognato Mario (grande Mario! E grazie ancora per la dritta).
Scaraventiamoci quindi a Mostropoli, in una dimensione parallela a quella umana, nella quale vivono i mostri (Mike Wazowski, Sully, Celia, Waternose, Randall, ecc… tutti magicamente simpatici) che popolano e tormentano da sempre i sonni di ogni bambino. Ma dietro le porte delle camere da letto c’è una vera e propria fabbrica degli spaventi, nella quale lavorano i mostri che, utilizzando le urla dei piccoli, spaventatissimi, producono l’energia che serve per far sopravvivere l’intera città. Alle nove di ogni sera quando i bambini vanno a dormire e quando comincia il loro “turno”, gli Spaventatori, entrano nelle camere dei bambini di tutto il mondo e li terrorizzano per produrre le urla (l’energia).
Tutto procederebbe piacevolmente e senza intoppi, se non fosse che un giorno, per un imprevisto, una bimba (Boo) che non parla nemmeno, quindi molto piccola, si introduce casualmente a Mostropoli piantando un casino universale tra il lavoro e i luoghi privati dei protagonisti, tra il veemente intervento stile CIA della squadra speciale anti-bambino e l’affetto e la protezione che alcuni mostri iniziano a provare per lei nascondendola da sguardi inopportuni.
È meravigliosa la lunghissima sequenza dell’inseguimento sulle porte volanti che non è altro che la rappresentazione metaforica dei diversi momenti della nostra percezione sensoriale a seconda che entriamo o usiamo da una porta (cioè un senso: vista) o da un’altra (cioè un altro senso: udito) creando un susseguirsi esaltante e frenetico di stati d’animo differenti. Alla fine (e qui mi rendo conto che per chi non l’ha visto faccio un’operazione politically uncorrect!!!) usando sempre lo stesso sistema, cioè introducendosi nelle camere dei bambini ma invece che farli spaventare facendoli ridere, si riesce a produrre energia dieci volte superiore… e l’idea sapete di chi è?
Nei crediti finali appare anche la scritta “nessun mostro è stato maltrattato durante le riprese di questo film” (parodia dei tradizionali credits), a dimostrazione di come si può essere comici e simpatici anche a film finito.
Il messaggio che il film vuole proporre è educativo e positivo ovviamente, ma retorica e buonismo a parte, è sempre meglio ridere che sgridare, divertire piuttosto che spaventare.
“Vabbè”, già sento dirti, “lo diceva pure Catalano…” Ma quante volte abbiamo sentito adulti (no, no…noi mai; gli altri, solo gli altri!!!) che spaventano bambini con storie del buio, dell’uomo nero e del lupo o del mostro che si nasconde chissà dove per ottenere come risultato che il bambino ascolti…? Chi non lo ha mai sentito è cortesemente pregato di contattare Luca Maggitti per definire un appuntamento in privato e parlare con perizia di questo singolo caso mondiale!!!
La notizia, invece, è che si può ottenere lo stesso risultato, diversamente. Forse dovremmo noi imparare qualche regola in più di buona comunicazione e poi insegnare ai nostri bambini che i mostri si combattono con la forza della nostra risata e, forse, trasformandoci in pacifici e comici clown quando succedono quelle cose che invece ci provocano così tanto nervosismo, rabbia e rancore. E allora concludo: “Sappiamo tutti quanto è importante l’amore, eppure, con quale frequenza viene provato o manifestato veramente? I mali che affliggono la maggior parte dei malati, come la sofferenza, la morte e la paura, non possono essere curati con una pillola. I medici devono curare le persone, non le malattie”.
Insomma, dopo quanto detto, possiamo considerarti dei nostri e confermare che il riso fa buon sangue?
Abbi gioia
Giannicola
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