(ricevo da Franco Sbrolla e rendo noto)
La recente uscita allo scoperto del Sindaco di Roseto Franco Di Bonaventura, che pur in conflitto d’interessi ha ribadito che per la Riserva naturale Borsacchio “la riperimetrazione è un intervento necessario”, mi ha indotto ad effettuare gli opportuni accertamenti.
Ho così appreso che anche un esponente della controparte politica stava navigando velocemente nella stessa direzione, in quanto, già il 26 ottobre u.s., il consigliere regionale PdL Berardo Rabbuffo di Teramo, eletto nel listino collegato al presidente Giovanni Chiodi, aveva inoltrato un progetto di legge dal titolo inequivocabile per gli addetti ai lavori: “Modifiche all’art. 69 della L.R. 8.2.2005”.
La conseguente approvazione comporterebbe la riperimetrazione e conseguente riduzione della Riserva Borsacchio da 1187,67 a 314,81 ettari, lasciando tutto il resto nelle mani della speculazione edilizia.
Si sa comunque che, quando ci sono più patrocini, i beneficiati di turno concedano il giusto riconoscimento solo al primo arrivato al traguardo, mentre al secondo spettano solo le briciole.
Il continuo affannarsi per arrivare alla meta agognata, ha fatto però passare di mente che sulla Riserva Borsacchio, come su gran parte del territorio rosetano, pende una spada di Damocle in grado di far fallire anche i due piani strategici, così ben architettati con lodevole unità d’intenti.
Mi riferisco a quel progetto denominato “Villa Mazzarosa”, di cui la classe politica non ha mai parlato, nonostante gli allarmi ripetuti delle Associazioni ambientaliste e le documentate accuse lanciate sulla Stampa in data 17 febbraio 2009.
Colgo quindi l’occasione per riepilogare i punti essenziali.
In data 31 marzo 2006 la Società Medoilgas Italia ha presentato al Ministero dello Sviluppo Economico la sua istanza di ricerca di idrocarburi in un’area di 13,4 kmq., che si estende da Cologna Spiaggia fino alla riva del Vomano in territorio di Scerne e dalla battigia alla collina.
Successivamente, il 9 maggio 2006, c‘è stato l’avvio al procedimento “Villa Mazzarosa”, il 13 dicembre 2006 l’esame del CTIG, Comitato Tecnico per gli Idrocarburi e Geotermia, ha dato parere favorevole ed il 18 ottobre 2007, con lettera prot. 17314 firmata dall’ing. Fausto Ingravalle, il Ministero dello Sviluppo Economico ha comunicato alla Regione Abruzzo ed al Ministero dell’Ambiente “…il parere favorevole al conferimento del permesso ed al relativo programma di lavoro espresso dal CTIG…”.
Responsabile del procedimento è stato, fino al mese di giugno 2009, il dirigente ministeriale Raffaele Pasquali il quale, in un’intervista rilasciata il 12 giugno 2008 all’EAGE Daily News, ha affermato che per il nostro Paese c’è un crescente interesse da parte delle compagnie petrolifere straniere e che il Ministero prevede, nei prossimi 10 anni, un incremento della produzione di circa il 30%, passando così da 125.000 a 160.000 barili al giorno. Dal mese di luglio 2009, nuovo responsabile del procedimento è l’ing. Fausto Ingravalle (lo stesso dirigente che aveva firmato il 18 ottobre 2007 la lettera sopra riportata con la quale si comunicava il parere favorevole al conferimento del permesso al progetto “Villa Mazzarosa”).
Aggiungo inoltre che la Medoilgas Italia non è un’Associazione filantropica, ma fa parte del gruppo Mediterrean Oil & Gas quotato alla Borsa di Londra e che le istanze di ricerca in mare, ricevute dal Ministero dello Sviluppo Economico, coprono l’intero spazio antistante il territorio rosetano.
Tutto ciò premesso, e siccome la sospensione dei procedimenti in corso scade il 31 dicembre 2009, ne discende che, in tempi brevi, gli effetti negativi delle trivellazioni e delle coltivazioni di idrocarburi in terra e in mare potrebbero distruggere la nostra pesca, il nostro turismo, la nostra agricoltura d.o.c. ed il nostro benessere.
A questo punto una domanda si impone: su quale tasso di fiducia da parte dei cittadini può contare una classe politica che si è mossa solo per favorire interessi speculativi, e che ha nascosto alla comunità un progetto scellerato, la cui realizzazione comprometterebbe la qualità della vita di tutti i rosetani?
Ho così appreso che anche un esponente della controparte politica stava navigando velocemente nella stessa direzione, in quanto, già il 26 ottobre u.s., il consigliere regionale PdL Berardo Rabbuffo di Teramo, eletto nel listino collegato al presidente Giovanni Chiodi, aveva inoltrato un progetto di legge dal titolo inequivocabile per gli addetti ai lavori: “Modifiche all’art. 69 della L.R. 8.2.2005”.
La conseguente approvazione comporterebbe la riperimetrazione e conseguente riduzione della Riserva Borsacchio da 1187,67 a 314,81 ettari, lasciando tutto il resto nelle mani della speculazione edilizia.
Si sa comunque che, quando ci sono più patrocini, i beneficiati di turno concedano il giusto riconoscimento solo al primo arrivato al traguardo, mentre al secondo spettano solo le briciole.
Il continuo affannarsi per arrivare alla meta agognata, ha fatto però passare di mente che sulla Riserva Borsacchio, come su gran parte del territorio rosetano, pende una spada di Damocle in grado di far fallire anche i due piani strategici, così ben architettati con lodevole unità d’intenti.
Mi riferisco a quel progetto denominato “Villa Mazzarosa”, di cui la classe politica non ha mai parlato, nonostante gli allarmi ripetuti delle Associazioni ambientaliste e le documentate accuse lanciate sulla Stampa in data 17 febbraio 2009.
Colgo quindi l’occasione per riepilogare i punti essenziali.
In data 31 marzo 2006 la Società Medoilgas Italia ha presentato al Ministero dello Sviluppo Economico la sua istanza di ricerca di idrocarburi in un’area di 13,4 kmq., che si estende da Cologna Spiaggia fino alla riva del Vomano in territorio di Scerne e dalla battigia alla collina.
Successivamente, il 9 maggio 2006, c‘è stato l’avvio al procedimento “Villa Mazzarosa”, il 13 dicembre 2006 l’esame del CTIG, Comitato Tecnico per gli Idrocarburi e Geotermia, ha dato parere favorevole ed il 18 ottobre 2007, con lettera prot. 17314 firmata dall’ing. Fausto Ingravalle, il Ministero dello Sviluppo Economico ha comunicato alla Regione Abruzzo ed al Ministero dell’Ambiente “…il parere favorevole al conferimento del permesso ed al relativo programma di lavoro espresso dal CTIG…”.
Responsabile del procedimento è stato, fino al mese di giugno 2009, il dirigente ministeriale Raffaele Pasquali il quale, in un’intervista rilasciata il 12 giugno 2008 all’EAGE Daily News, ha affermato che per il nostro Paese c’è un crescente interesse da parte delle compagnie petrolifere straniere e che il Ministero prevede, nei prossimi 10 anni, un incremento della produzione di circa il 30%, passando così da 125.000 a 160.000 barili al giorno. Dal mese di luglio 2009, nuovo responsabile del procedimento è l’ing. Fausto Ingravalle (lo stesso dirigente che aveva firmato il 18 ottobre 2007 la lettera sopra riportata con la quale si comunicava il parere favorevole al conferimento del permesso al progetto “Villa Mazzarosa”).
Aggiungo inoltre che la Medoilgas Italia non è un’Associazione filantropica, ma fa parte del gruppo Mediterrean Oil & Gas quotato alla Borsa di Londra e che le istanze di ricerca in mare, ricevute dal Ministero dello Sviluppo Economico, coprono l’intero spazio antistante il territorio rosetano.
Tutto ciò premesso, e siccome la sospensione dei procedimenti in corso scade il 31 dicembre 2009, ne discende che, in tempi brevi, gli effetti negativi delle trivellazioni e delle coltivazioni di idrocarburi in terra e in mare potrebbero distruggere la nostra pesca, il nostro turismo, la nostra agricoltura d.o.c. ed il nostro benessere.
A questo punto una domanda si impone: su quale tasso di fiducia da parte dei cittadini può contare una classe politica che si è mossa solo per favorire interessi speculativi, e che ha nascosto alla comunità un progetto scellerato, la cui realizzazione comprometterebbe la qualità della vita di tutti i rosetani?
Franco Sbrolla, cittadino rosetano di nascita e residenza
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