Amore e Accettazione per quei momenti nei quali non ne fai una giusta.
Senza giudicarti ma osservandoti, senza far sfociare un errore (in un contesto) in una catastrofe che pervade la tua giornata, senza che quell’errore sia irremovibile dai tuoi pensieri…
Ironia e “self-autorizzazione” per cercare, per sperimentare (da solo), nuove possibilità. Sei sempre e solo tu a decidere (che ti piaccia o no e che lo sappia o no) cosa scrivere nelle pagine del libro della tua esistenza. Ne esistono già milioni, scritte da te o da altri, di ogni storia e proporzione, e ognuna è differente dall’altra. Insomma, “La storia siamo noi”, come canta De Gregari! Già questa consapevolezza dovrebbe conferire senso di responsabilità e focus su quello che veramente vogliamo senza perdere un minuto di più, vista la grande occasione che ci è concessa: sì, questa esperienza chiamata vita.
Insomma il Destino ha un’origine e manco a dirlo… io la colloco, in buona parte, dentro ognuno di noi.
Il Mazzaro ha dato le carte, ma spetta a noi saperle giocare al meglio al tavolo delle opportunità…
Ora, più possibilità abbiamo di cambiare gioco in ogni momento e più probabilità di divertirci a giocare abbiamo!
Moltissimi ci consigliano qualcosa da fare, saggezze da provare, parole da seguire, esempi da imitare, donne o uomini da sposare… ma non ci sono consigli sempre buoni e soprattutto buoni per tutti, benché l’impegno di chi li rammenta sia disinteressato e in buona fede.
Grazie per i tanti consigli, ma preferisco seguire quelli che partono da dentro me stesso. In altre parole, la vita è un contenitore dove puoi mettere continuamente ciò che vuoi… e dal quale tiri fuori, al momento giusto, quello che hai! Da quando mi sono dato più possibilità, le “cose” della mia vita, quello che mi accade, hanno cambiato il volto stesso del mio modo di vivere. Non ho cambiato quello che mi accade (sono sempre le stesse cose) ma il significato di quello che vivo è di più alta qualità (per me…). Ho dato voci, forme, nomi a milioni di pensieri che erano domiciliati c/o la mia sensibilità ma per qualche ragione inascoltati e mettendoli in comunicazione tra di loro godo (ora) del coro di suoni meravigliosi che partono da dentro e terminano all’esterno con parole ed azioni che hanno un senso fortissimo (per me…). L’accettazione di me stesso e di tanti dubbi ai quali dare una soluzione, l’apprezzamento per quei dubbi e quelle soluzioni e l’ammirazione per come si sono accettati i dubbi, per come si sono trovate le soluzioni e per come si è stati in grado di offrirsi più possibilità, fanno di ogni persona una persona migliore. E sono convinto che si tratta solo di iniziare… Per chiunque (non solo per me…)! Amore e approvazione, accettazione del bambino così com’è. Certo che se questo fosse il terreno comune per una crescita serena dei bambini, andremmo benone! Ma così non mi sembra che sia. Questo è il solo metodo dell’educazione (per Alexander Neill).
Il risultato, da quello che ha vissuto e dimostrato, è il bambino auto–regolato.
I vostri figli non sono i figli vostri.
Essi non vengono da voi, ma attraverso di voi,
e non vi appartengono benché viviate insieme.
Potete amarli, ma non costringerli ai vostri pensieri,
poiché essi hanno i loro pensieri.
Potete custodire i loro corpi, ma non le anime loro,
poiché abitano case future, che neppure in sogno potrete visitare.
Cercherete d’imitarli, ma non potrete farli simili a voi
poiché la vita non s’attarda su ieri.
Voi siete gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive, sono
scoccate lontano.
In gioia siate tesi nelle mani dell’Arciere.
Kahlil Gibran
I principi che sono alla base della scuola di Summerhill possiamo sintetizzarli nel seguente modo:
1) Sopprimere la gerarchia: Alexander Neill istituisce un rapporto orizzontale tra adulti e minori, in quanto persone aventi gli stessi diritti.
2) Autogestione del lavoro.
3) Adottare un atteggiamento non condizionante in materia di sesso.
4) Autogoverno mediante l’assemblea generale, nella quale vige il criterio della più assoluta uguaglianza e parità: “il voto di un bambino di sei anni conta quanto il mio”.
5) Accurata distinzione fra libertà (soddisfazione del desiderio individuale in un contesto funzionale con il rispetto dei desideri e dei diritti altrui) ed anarchia: “libertà non significa mancanza di buon senso”.
6) Non imporre la competitività scolastica, né valori religiosi, sociali o politici. Riguardo all’abbattimento delle barriere gerarchiche, Neill afferma che non vi sono bambini-problema ma genitori-problema o meglio un’umanità-problema fatta di insegnanti, di datori di lavoro, di allenatori sportivi, ecc… In effetti, ci troviamo di fronte ad una società patriarcale, fondata sull’autorità del padre, il quale rappresentando il potere economico si impone a tutta la famiglia con la forza generando timore nei suoi sudditi. Nel collegio di Summerhill in effetti i ragazzi non si ritrovano più nella struttura familiare, succubi dei capricci dei loro genitori, ma in una struttura comunitaria. I rapporti genitori-figli cambiano di natura, i ragazzi alla ricerca di un padre e di una madre li ritrovano in Neill e in Ena sua moglie. La barriera gerarchica tradizionale, viene demolita anche a livello della scuola, Neill non è il capo autoritario ma uno di loro. Scomparsi il rispetto artificiale e meschino, il servilismo, i leccapiedi, nascono rapporti franchi tra individui di uno stesso gruppo tali da permettere a Billy (5 anni) di espellere Neill (83 anni) dal “party” del suo compleanno perché non era stato invitato ma che consentono a Neill di chiedere a Billy di uscire dal suo ufficio perché deve lavorare. I bambini a Summerhill vivono, dunque, senza alcuna costrizione autoritaria esteriore e senza quel timore che è la causa fondamentale delle repressioni cui è soggetto il bambino e che vieta ogni possibilità di esprimersi liberamente e spesso l’inibizione a concedersi nuove e più attraenti possibilità.
Il lavoro a Summerhill è libero i corsi non sono obbligatori, in più i ragazzi possono scegliere le materie che li interessano senza nessuna riserva. L’essenziale non è più fare tante ore di lavoro al giorno ma lavorare secondo i propri obiettivi, i propri desideri, le proprie soddisfazioni, aldilà degli imperativi dell’insegnante, del capitalismo e della sua logica di utilizzo e di profitto.
Insomma, seguire le proprie più profonde inclinazioni per aiutare il Mazzaro a creare il Destino di ognuno.
Il destino è la conseguenza, ma la causa chi è?
Lo sappiamo entrambi…
Hai mai sentito il proverbio: “Aiutati che Dio t’aiuta”?
Abbi gioia
Giannicola
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