Ti racconto una storia che mi ha ispirato Dante D’Alfonso (visita il suo blog):
sono venuto a sapere, da un Maestro di vita che conosco molto bene, che c’è un uomo al mondo che potrebbe darmi ‘sta benedetta gioia, che auguro sempre, e liberarmi dall’assillo di cercare quello che non ho ancora trovato e che non mi dà pace.
LA VITA È PERICOLO!
Cosa sto cercando di pericoloso?
Di conoscere, ogni giorno di più, qualcosa di me stesso.
Non posso dirti altro perché poi dovrei farti firmare il modulo sulla privacy!
Ma cosa vorrà mai dire il detto popolare del titolo: “arriva prima lo zoppo che il chiacchierone”?
Lo “scherzo” lo devi inserire nel contesto nel quale l’ho pensato.
Il contesto è la differenza che ci passa tra l’efficienza ed efficacia.
SOFFERENZA!
Non sei l’unico, e non sei il primo, a credere che questo inizio è molto sofferto!
Pensa che Giobbe sosteneva che: “l’uomo nasce per soffrire” (5, 7)!
A questo punto non me la prendo con la scuola!!!
SCUOLA.
La mia amica Tetta (mitica rossa professoressa di letteratura italiana) mi fa notare che in molti se la prendono con la madre di tutte le istituzioni (l’istruzione) quando osservano personaggi mediocri all’opera.
“L’istruzione ha prodotto un gran numero di persone capaci di leggere ma incapaci di distinguere quello che merita di essere letto”
(G.M. Trevelyan, “Storia della società inglese“).
Sì, posso essere d’accordo con questo signore ma vogliamo spostare il tiro sulla consapevolezza e la responsabilità di ognuno di cercare quello che più lo attrae?
QUEST’UOMO HA CAPITO DELLE COSE?
Non lo so; quello che ho capito io è questo:
La differenza che ci passa tra l’efficienza (potenzialità) e l’efficacia (risultato)
sta nella capacità di comprendere che la vita è pericolo!
La famosa storiella di colui che porta il suo amico nel posto dove nessuno corre alcun rischio, accompagnandolo al cimitero, è nota a molti… Solo i passati a miglior vita sono fuori pericolo!
Sarà forse per questo “sicuro” modo di concepire la vita (da parte di qualcuno) che molte persone sono già morte molto prima di mancare fisicamente ad un funerale (il loro)?
CERTEZZE…
Le certezze corrono il rischio di farti vivere una vita ripetitiva, monotona, piatta, sempre con gli stessi contorni. Che per molti diventano corone funebri…
Cambia contorno e cambi il contenuto.
Ma sai come fare?
C’hai mai provato?
E soprattutto t’interessa farlo?
Perché se le cose vanno bene così come sono, chi te lo fa fare a cambiare?
Per sicurezza ci muoviamo sempre su percorsi già tracciati e così escludiamo molte alternative di cui parlavo nel precedente post “IL MAESTRO RANDY PAUSCH”.
L’unica via è lavorare avendo gli attrezzi adatti, altrimenti… parli molto e non arrivi mai. Insomma il cero si consuma e la processione non cammina.
La flessibilità è la capacità di modificare quanto è necessario del tuo set di azioni e abitudini mentali per ottenere il risultato più utile tra quelli a disposizione.
“Nulla è più pericoloso di un’idea, quando è l’unica che abbiamo” (Alain, “Sistema delle belle arti”).
RIVOLUZIONE!
Alle persone piace parlare di rivoluzione ma in realtà la rivoluzione a cui tendono è quella dei simboli, quella delle futilità, quella dei contenuti ma raramente quella dei processi che regolano quegli stesi contenuti a cui tanto tengono.
Sono pochi (e hanno tutta la mia stima) quelli che cercano di comprendere dove si giochi la partita: in quei processi così utili per essere flessibili quando messi serenamente davanti ad una grande occasione.
Parlare di rivoluzione è una cosa sicura perché non può accadere nulla!
Ma essere protagonista di una rivoluzione che inizia dentro di sé è veramente pericoloso.
Ma non ho forse detto che la vita è pericolo?
COSTRUTTORI.
Non ci si aggrappa più al passato e alle abitudini ma si vive il presente con determinazione e passione, con creatività e disciplina, con significato ed intenzione. Si vive il presente per costruire il futuro. Il proprio futuro.
Si crea il falso, l’inutile, il simbolo per evitare il vero, il conoscersi più da vicino, il riappropriarsi delle proprie abilità, il contattare le proprie verità, il gioire della propria ordinarietà.
E allora per eliminare il superfluo e per vedere meglio ciò che è realmente importante, di cosa hai bisogno?
Mettiti alla ricerca, da subito, della forza della semplicità.
Sorriderai quando ti troverai davanti a cose materialmente preziose e tu non ne subirai il fascino! Poi ti commuoverai guardando una ragnatela, ammirando un fiore, innamorandoti di una nuvola, ascoltando il mare, abbracciando tuo figlio/a che ride, e così via…
TUTTE LE PARTITE ANCORA SULLO 0 a 0!
Tutti nasciamo con delle grandi potenzialità ma le perdiamo (non ce ne curiamo) per molto tempo e così arrivati al tempo delle grandi decisioni, facciamo “scegliere” alle abitudini che regnano in noi più che compiere delle scelte individuali e consapevoli.
“Si nasce tutti pazzi. Alcuni lo restano” (Samuel Beckett, “Aspettando Godot“).
Già il fatto di essere in vita potrebbe essere sufficiente a provarci, a mettersi in gioco ma per molti questo dubbio da indagare, affrontare e trascendere è un passo troppo difficile da compiere.
Meglio allora perdersi nelle frivolezze, nel preconcetto, nelle vane fantasie.
“Cessando di essere pazzo, diventò stupido” (Proust, “I Guermantes”)
90°: RISULTATI FINALI.
Hai continuato a seguire (nel frattempo) i due che sono partiti alla pari all’inizio della storia?
Hai visto chi è arrivato per primo…?
LA VITA È PERICOLO!
Cosa sto cercando di pericoloso?
Di conoscere, ogni giorno di più, qualcosa di me stesso.
Non posso dirti altro perché poi dovrei farti firmare il modulo sulla privacy!
Ma cosa vorrà mai dire il detto popolare del titolo: “arriva prima lo zoppo che il chiacchierone”?
Lo “scherzo” lo devi inserire nel contesto nel quale l’ho pensato.
Il contesto è la differenza che ci passa tra l’efficienza ed efficacia.
SOFFERENZA!
Non sei l’unico, e non sei il primo, a credere che questo inizio è molto sofferto!
Pensa che Giobbe sosteneva che: “l’uomo nasce per soffrire” (5, 7)!
A questo punto non me la prendo con la scuola!!!
SCUOLA.
La mia amica Tetta (mitica rossa professoressa di letteratura italiana) mi fa notare che in molti se la prendono con la madre di tutte le istituzioni (l’istruzione) quando osservano personaggi mediocri all’opera.
“L’istruzione ha prodotto un gran numero di persone capaci di leggere ma incapaci di distinguere quello che merita di essere letto”
(G.M. Trevelyan, “Storia della società inglese“).
Sì, posso essere d’accordo con questo signore ma vogliamo spostare il tiro sulla consapevolezza e la responsabilità di ognuno di cercare quello che più lo attrae?
QUEST’UOMO HA CAPITO DELLE COSE?
Non lo so; quello che ho capito io è questo:
La differenza che ci passa tra l’efficienza (potenzialità) e l’efficacia (risultato)
sta nella capacità di comprendere che la vita è pericolo!
La famosa storiella di colui che porta il suo amico nel posto dove nessuno corre alcun rischio, accompagnandolo al cimitero, è nota a molti… Solo i passati a miglior vita sono fuori pericolo!
Sarà forse per questo “sicuro” modo di concepire la vita (da parte di qualcuno) che molte persone sono già morte molto prima di mancare fisicamente ad un funerale (il loro)?
CERTEZZE…
Le certezze corrono il rischio di farti vivere una vita ripetitiva, monotona, piatta, sempre con gli stessi contorni. Che per molti diventano corone funebri…
Cambia contorno e cambi il contenuto.
Ma sai come fare?
C’hai mai provato?
E soprattutto t’interessa farlo?
Perché se le cose vanno bene così come sono, chi te lo fa fare a cambiare?
Per sicurezza ci muoviamo sempre su percorsi già tracciati e così escludiamo molte alternative di cui parlavo nel precedente post “IL MAESTRO RANDY PAUSCH”.
L’unica via è lavorare avendo gli attrezzi adatti, altrimenti… parli molto e non arrivi mai. Insomma il cero si consuma e la processione non cammina.
La flessibilità è la capacità di modificare quanto è necessario del tuo set di azioni e abitudini mentali per ottenere il risultato più utile tra quelli a disposizione.
“Nulla è più pericoloso di un’idea, quando è l’unica che abbiamo” (Alain, “Sistema delle belle arti”).
RIVOLUZIONE!
Alle persone piace parlare di rivoluzione ma in realtà la rivoluzione a cui tendono è quella dei simboli, quella delle futilità, quella dei contenuti ma raramente quella dei processi che regolano quegli stesi contenuti a cui tanto tengono.
Sono pochi (e hanno tutta la mia stima) quelli che cercano di comprendere dove si giochi la partita: in quei processi così utili per essere flessibili quando messi serenamente davanti ad una grande occasione.
Parlare di rivoluzione è una cosa sicura perché non può accadere nulla!
Ma essere protagonista di una rivoluzione che inizia dentro di sé è veramente pericoloso.
Ma non ho forse detto che la vita è pericolo?
COSTRUTTORI.
Non ci si aggrappa più al passato e alle abitudini ma si vive il presente con determinazione e passione, con creatività e disciplina, con significato ed intenzione. Si vive il presente per costruire il futuro. Il proprio futuro.
Si crea il falso, l’inutile, il simbolo per evitare il vero, il conoscersi più da vicino, il riappropriarsi delle proprie abilità, il contattare le proprie verità, il gioire della propria ordinarietà.
E allora per eliminare il superfluo e per vedere meglio ciò che è realmente importante, di cosa hai bisogno?
Mettiti alla ricerca, da subito, della forza della semplicità.
Sorriderai quando ti troverai davanti a cose materialmente preziose e tu non ne subirai il fascino! Poi ti commuoverai guardando una ragnatela, ammirando un fiore, innamorandoti di una nuvola, ascoltando il mare, abbracciando tuo figlio/a che ride, e così via…
TUTTE LE PARTITE ANCORA SULLO 0 a 0!
Tutti nasciamo con delle grandi potenzialità ma le perdiamo (non ce ne curiamo) per molto tempo e così arrivati al tempo delle grandi decisioni, facciamo “scegliere” alle abitudini che regnano in noi più che compiere delle scelte individuali e consapevoli.
“Si nasce tutti pazzi. Alcuni lo restano” (Samuel Beckett, “Aspettando Godot“).
Già il fatto di essere in vita potrebbe essere sufficiente a provarci, a mettersi in gioco ma per molti questo dubbio da indagare, affrontare e trascendere è un passo troppo difficile da compiere.
Meglio allora perdersi nelle frivolezze, nel preconcetto, nelle vane fantasie.
“Cessando di essere pazzo, diventò stupido” (Proust, “I Guermantes”)
90°: RISULTATI FINALI.
Hai continuato a seguire (nel frattempo) i due che sono partiti alla pari all’inizio della storia?
Hai visto chi è arrivato per primo…?
Ognuno come può.
Abbi gioia
Giannicola
Abbi gioia
Giannicola
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