Interessantissimo post di Fabio Vallarola oggi su zF.
Sempre interessante, acuto, preparato e capace di creare nuovi scenari o di recuperare memorie importanti su cui riflettere.
Ognuno come puó!
Abbi Gioia
Giannicola
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AUGURI ITALIA!
Oggi ricorrono i 150 anni dell’Unità. Giorno felice e importante che tutti (perlomeno quelli di buon senso!) festeggiano dal profondo del cuore.
Ma tra qualche giorno ricorre il centocinquantenario di un altro evento importante per chi si sente rosetano come me. Il 23 marzo del 1911, qualche giorno dopo l’Unità d’Italia, fu intitolata, a Santa Filomena, la chiesa di Roseto degli Abruzzi.
A quell’epoca il Lido delle Rose era poco di più di una fermata ferroviaria, una chiesa, poche case di ricchi signori, latifondisti che avevano sulle proprie proprietà la Villa per i bagni estivi (meravigliose architetture che ancora oggi punteggiano Roseto: Mazzarosa, De Vincentiis, Castelli, Clemente, Savini, Ponno, etc., una villa più bella dell’altra) e piccole “pinciare” dove i marinai rimettevano le attrezzature di pesca delle proprie lancette.
Il resto era composto da un mare meraviglioso una duna costiera ricca di vegetazione, aree coltivate nelle piane umide retrodunali e boschi planiziali al piede della collina. Per rivedere quegli ambienti dobbiamo calarci con l’immaginazione nelle incomparabili raffigurazioni che fa Pasquale Celommi degli ambienti di allora (foto all’inizio del post).
Il resto era composto da un mare meraviglioso una duna costiera ricca di vegetazione, aree coltivate nelle piane umide retrodunali e boschi planiziali al piede della collina. Per rivedere quegli ambienti dobbiamo calarci con l’immaginazione nelle incomparabili raffigurazioni che fa Pasquale Celommi degli ambienti di allora (foto all’inizio del post).
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