Rileggevo questa frase di Michael Jordan: “Avrò segnato undici volte canestri vincenti sulla sirena, e altre diciassette volte a meno di dieci secondi alla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di novemila tiri. Ho perso quasi trecento partite. Trentasei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto“, e mi chiedevo: “sarà il caso di cambiare modello mentale nell’assumere nuovo personale (soprattutto quello che dovrà prendere decisioni strategiche) e chiedere quanti Errori (seri!) sono stati già commessi nella vita professionale e partire da lì…?“
Insomma, se il brutto anatroccolo si è trasformato in maestoso cigno, la “miseria-degli-errori” può trasformarsi in Gloriosa Nobiltà?
Da Wikipedia: La teoria degli errori viene applicata in tutti i campi in cui si ha la necessità di fare misure con abbastanza precisione, cercando di minimizzare gli errori. Una materia che fa un largo uso della teoria degli errori è la topografia, dove per scopi pratici (cartografia, rilievi di alta precisione, verifica di cedimenti strutturali in opere di ingegneria civile) si ha la necessità di raggiungere alte precisioni e quindi valutare in che modo le diverse variabili incidono sull’errore complessivo finale.
(La mappa è il territorio?)
Ognuno come può…
Abbi Gioia!
Giannicola
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