Partiamo da quanto scritto sul sito TED:
“Nel corso di questa chiacchierata apparentemente informale, Charles Leadbeater illustra perchè l’innovazione non é più solo per professionisti.
Dilettanti appassionati, con strumenti nuovi, creano ogni giorno prodotti e paradigmi, che le grandi aziende non possono fare“
Continuiamo con la Creatività:
la Creatività inizia con te, come persona;
la Creatività è Olistica;
“la Creatività emerge da una persona psicologicamente sana” (Abraham Maslow – 1971);
la Creatività è una qualità che emerge da molte altre qualità!
Finiamo con il processo dell’Innovazione:
primo passo – l’Innovazione è la SCELTA tra una serie di scelte selezionate;
secondo passo – sul LAVORO, scegli l’atteggiamento sul tuo impegno e unisci il lavoro con il gioco;
terzo passo – la COLLABORAZIONE con i partners, i sostenitori, i collaboratori, ecc…
quarto passo – l’AZIONE! L’Innovazione richiede l’Azione perchè se non fai qualcosa, nulla sarà fatto!
Charles Leadbeater sull’innovazione
(leggi i sottotitoli in italiano)
Fabio Vallarola dice
Caro Charles, ma quale nordamerica!!!! Nei primi anni '70 a Roseto degli Abruzzi, una ridente cittadina di 150 anni di età (proprio in questi giorni l'anniversario), non pochi ragazzi in un garage, ma una intera generazione di giovani trovarono nella bicicletta lo sfogo dei propri istinti giovanili che, fino a quel momento, avevano esplicitato solo con ben meno tranquille sassaiole tra loro.
Le grazielle o le bici "da cross" nuove e brillanti regalate con tanto amore (e tanta spesa) dai propri genitori, venivano immediatamente trasformate in bruttissime, ma assai efficaci, strumenti di locomozione che oggi chiameremmo sicuramente "mountain bike". La passione dei ragazzi rosetani venne trascinata dalla curiosità prettamente giovanile e dal senso di sfida che doveva mettere in mostra chiunque volesse dimostrare agli altri il proprio coraggio. Il luogo ignoto da esplorare erano quelle colline che li separavano da Montepagano.
La prima versione delle MTB alla rosetana vedeva scomparire tutti gli accessori che appesantivano la struttura fino a togliere del tutto perfino i freni, affinchè si riuscisse a rendere meno faticosa la pedalata in salita sui difficili pendii delle fornaci "Branella", "catarra" e "Diodoro". La seconda modifica avveniva sui sistemi di trazione a cui si aggiungeva un cambio a cinque marce, che per la leggerezza dei pezzi costitutivi possono essere tranquillamente considerati i prototipi dei puoi divenuti famosi cambi "shimano" giapponesi, introduzione legata alla necessità di prevalere sugli altri nelle competizioni spontanee che si svolgevano sulla pista della "Casa Gialla". L'evoluzione portò all'introduzione dell'ammortizzatore sulla forcella anteriore, espediente essenziale per poter percorrere, sempre senza freni, le incredibili discese di "Cacio Cavallo" o di "Ciandurà".
Tutto quindi già visto, in Europa, ben prima dei 30 anni da te citati, caro Charles!.
Un'intera generazione è cresciuta su quegli avveneristici mezzi ed oltre a risparmiare pietrate sul cranio ha anche affinato tecniche di guida che hanno portato persino la Mountain Bike di oggi ad essere un mezzo obsoleto: i migliori di quella esperienza giovanile riuscivano a percorrere l'intero lungomare, da sud a nord (la cosiddetta "impennata" era preferita sempre contro-vento), sulla sola ruota posteriore, rendendo così inutili persino i superleggeri ammortuizzatori anteriori delle MTB odierne. I nomi di coloro che raggiunsero tali gradi di perfezione nel condurre i propri mezzi, un unicum tra uomo e tecnologia, sono scolpiti nella memoria di una intera generazione di rosetani. Tra gli altri ricordo i migliori: Titti Stama e Giorgietto Burraccione, nettamente un passo, anzi … una pedalata, avanti agli altri!!!